Elisabetta Ferracini (presentatrice-attrice) Roma 17.10.2016
Intervista
di Gianfranco Gramola
Una simpatica artista della TV, bella,
istintiva e sincera, che ha deciso di prendersi una lunga pausa quando è
diventata mamma. “Un grazie immenso ai miei genitori e alla mia nonna materna. Roma? Bei
tempi quando vivevo a campo de’ Fiori”
Elisabetta Ferracini è nata a Venezia il 3 ottobre del 1968.
Figlia primogenita dell'attrice e conduttrice televisiva Mara Venier e
dell'attore Francesco Ferracini, ha debuttato come attrice nel 1991 nella serie
televisiva di Italia 1 “Chiara e gli altri”, mentre nel 1992 ha recitato nella fiction
“Italia chiamò”. L'esordio
come conduttrice è arrivato invece tre anni dopo, nel 1994, quando ha condotto
al fianco di Pippo Baudo il programma del sabato sera di Rai 1 “Tutti
a casa” e “Sanremo
Giovani”. È diventata nello stesso tempo volto della tv dei ragazzi
della RAI, affiancando Mauro Serio alla conduzione di “Solletico”,
varietà in onda ogni pomeriggio su Rai 1 di cui ha condotto sei edizioni
consecutive. Nello stesso periodo è stata testimonial
pubblicitaria dei prodotti di Sailor Moon distribuiti da Giochi Preziosi e ha
condotto, nel 1995, lo “Zecchino
d'Oro” al fianco del Mago Zurlì. Nell'estate 1998 ha presentato lo
show musicale “Tournée”,
mentre nella stagione 1998-1999, seguendo le orme della madre, è diventata
co-conduttrice di “Domenica In”.
Dal 2000 al 2002 è stata conduttrice su Stream Tv dei programmi “Il
nostro mondo” e "Terzo Tempo - Champions League".
Dall'ottobre del 2004 ha condotto i collegamenti esterni del programma sportivo
della domenica di Rai 2 “Quelli che il calcio”. Nel 2012 ha condotto un programma tutto suo, intitolato
“Vado a casa di Elisabetta”,
in onda su Play me, mentre l'anno successivo è apparsa nuovamente su Rai 1 con
“Un caso di coscienza 5” per
la regia di Luigi Perelli.
Televisione
Tutti a casa
(Rai
1, 1994) - Solletico (Rai 1,
1994-1997) - Sanremo Giovani
(Rai 1, 1994) - Zecchino d'Oro
(Rai 1, 1995) - Tournée (Rai 1,
1998) - Domenica In (Rai 1,
1998-1999) - Il nostro mondo (Stream
TV, 2000-2002) - Terzo Tempo -
Champions League (Stream TV, 2000-2002) - Quelli
che il calcio (Rai 2, 2004-2005) - Vado a casa di Elisabetta (Play.me, 2012).
Televisione
(filmografia)
Chiara
e gli altri, regia di Gianfranco Lazzotti - serie TV (Italia 1,
1991) - Italia chiamò - serie
TV (Rai 1, 1992) - Lei e l'altra,
regia di Max Nardari - cortometraggio (2012) - Un caso di coscienza 5, regia di Luigi Perelli - serie TV, 1
episodio (Rai 1, 2013).
Ha detto:
- L'idea di partecipare attivamente al
progetto “Io adotto” mi ha entusiasmato non solo perché da sempre mi sento
vicina al mondo dei ragazzi, ma anche e soprattutto in quanto mamma e quindi
particolarmente sensibile verso tutto ciò che riguarda i bambini e le loro
problematiche.
- Ho smesso di criticare e ho iniziato a
capire mia madre quando sono diventata mamma anche io. Certi suoi comportamenti,
che mi irritavano, mi sono scoperta ad assumerli anche io con mio figlio.
- In Tv scrivevo i testi, montavo, producevo,
mi piaceva capire come è fatto un programma da differenti angolazioni, riuscire
a comprendere appieno le difficoltà cui vanno incontro coloro che devono
realizzare un progetto "dietro alle quinte".
- Il mio pregio è che sono buona, il difetto
invece è che prendo tutto sul serio, non riesco a farmi scivolare di dosso
nulla, puntualizzo tutto, vorrei essere più easy, ma non ci riesco.
Intervista
Elisabetta, come ricordi i tuoi inizi in
TV? So che hai iniziato giovanissima.
E’ vero, anche se devo dire che ho sempre
vissuto nell’ambiente, perché ho avuto dei genitori che lavoravano nello spettacolo. Inizialmente mio papà lavorava
nel cinema. Venne a Roma con mia mamma e alla fine sono rimasti per fare il
cinema. Questa premessa per dirti che fin da piccola a
casa mia si parlava di spettacolo. Io ho cominciato a lavorare prima dietro le
quinte. A 20 anni già facevo produzione e nei programmi televisivi facevo la redazione e quindi ho sempre
lavorato in Tv a 360 gradi. Ho iniziato dietro la telecamera per poi approdare
nel 1992 con “Chiara e gli altri”, una sit-com con Alessandro Haber e
Ottavia Piccolo. Quello fu il promo lavoro. Poi ho fatto teatro e mentre facevo
teatro tra il pubblico, in platea c’era una regista che fu poi la regista che
mi scelse per fare “Solletico”. Questo programma per ragazzi si faceva tutti
i giorni ed eravamo in diretta da Milano. L’ho fatto per 6 anni e mi ha dato
tante soddisfazioni perché abbiamo vinto 3 Telegatti. Ancora oggi tutti la
ricordano con molto affetto e simpatia. Dopo “Solletico” ho fatto altri
programmi e varie esperienze, ma sempre nell’ambito dei ragazzi. Parlo di
alcune trasmissioni televisive musicali, come Sanremo giovani, lo Zecchino
d’Oro e altre.
C’eri anche a Domenica In.
Si, ma non la conduceva mia madre. Quella
edizione la conducevano Tullio Solenghi e Giancarlo Magalli e io ero con Lorenza
Mario, anche lei veneta, esattamente di Padova. Poi ho fatto anche trasmissioni
sportive per Sky e dopo, quando sono rimasta incinta di mio figlio Giulio,
quando ha cominciato la pancia a vedersi, ho deciso di fare la mamma a tempo
pieno. Ora mio figlio ha 13 anni e io tre anni fa ho iniziato a fare qualcosa su
una tv satellitare, però devo dire che il mio ruolo è principalmente mamma a
tempi pieno.
A quei tempi chi erano i tuoi idoli
televisivi?
Quando ero piccolina ero pazza di Raffaella
Carrà e Loretta Goggi. Poi ho iniziato a lavorare ma non è che avessi avuto
dei modelli a cui fare riferimento. Da ragazzina
mi piacevano i cantanti come i Duran Duran.
Fra colleghe tu hai trovato più rivalità
o complicità?
Rivalità. La complicità la puoi avere con
pochissime e più che con le colleghe, la trovi con le amiche che non fanno
questo lavoro. Dico questo perché io sono molto istintiva e quello che dico, lo
dico con il cuore. Io ho qualche amica del cuore che fa questo lavoro. Ad
esempio Sabrina Salerno è una mia carissima amica e con lei c’é una
grandissima complicità.
Un’altra veneta…
Si! Lei vive a Mogliano. C’è da dire anche
che noi facciamo cose diverse, lei canta e io presento. Quando lei viene a Roma
viene a stare a casa mia. Ora lavora molto all’estero e ha un bambino e quindi
non la vedo spesso, però ci sentiamo.
Fra artisti una volta spente le
telecamere, ognuno a casa sua o ci si frequenta anche fuori dagli studi
televisivi?
Se hai della amiche che fanno questo lavoro,
spente le telecamere poi vai a mangiare una cosa. Ma non capita spesso, credimi.
Gli amici veri sono quelli fuori da questo ambiente.
Hai mai pensato ad un nome d’arte? Tua
madre Mara di cognome è Povoleri, però usa il cognome Venier.
Si! E’ vero, Io non c’ho mai pensato. In
realtà quando facevo “Solletico” il cognome non lo usavano molto, mi
chiamavano Elisabetta. C’era Mauro Serio, che era il ragazzo che lavorava con
me, che mi chiamava sempre Bettina. Mia mamma invece mi chiama Lisa.
Hai mai fatto delle gaffe in Tv?
In sei anni in diretta a “Solletico, pensa
quante ne ho fatte, Gianfranco (risata).
La popolarità crea vantaggi ma spesso
anche svantaggi. Parlo anche di stalker.
Io sono stata popolare in un periodo in cui
non c’era internet per fortuna e quindi a quei tempi non c’erano i social,
che a volte sono pericolosi. Io dico sempre “Si stava meglio, quando si stava
peggio”. Io vedo che tanta gente è completamente dipendente da tutto ciò che
è elettronico, dal computer, al telefonino, alle macchinette nei bar e secondo
me questo non va bene. Io appartengo un po’ alla vecchia guardia. Ogni tanto minaccio mio figlio perché anche
lui li usa. Io il telefono a tavola l’ho vietato, però capita che ogni tanto
che ti arriva un sms e allora dai un’occhiata, poi arriva un messaggio su
whatsapp e dai una sbirciata. Come ti dicevo prima, non sono pro tecnologia, io
sono all’antica, una classicona insomma.
Ti hanno mai chiamato ad un reality?
Si, mi hanno chiamato per dei reality, ma non
me la sono mai sentita di stare fuori per un lungo periodo.
Quali sono le tue ambizioni?
Io non sono stata mai ambiziosa. Se fossi
stata ambiziosa avrei fatto molto di più nel lavoro.
A chi vorresti dire grazie?
Vorrei ringraziare i miei genitori che mi hanno voluto
... e mia nonna che ho amato da impazzire e mi manca tantissimo.
Hai mai pensato di condurre un programma
con tua madre?
Da ragazza no, perché ognuno faceva le
proprie cose, le proprie esperienze. La gente si aspettava che lavorassi perché
ero la figlia di Mara Venier, invece mia mamma non mi ha mai aiutato, anzi. Se
ha potuto dissuadermi, se ha potuto farmi cambiare idea, l’ha fatto, anche
perché questo lavoro è molto precario, Gianfranco. Oggi lavori e domani non si
sa. E quindi se non hai un grande equilibrio, questa situazione ti può anche
turbare. Poi c’è da dire che noi due facevamo si televisione, ma era di
tutt’altro genere. Lei faceva le sue cose, io le mie. Oggi direi “Perché
no?”. Secondo me sarebbe molto divertente, perché c’è una maturità
diversa. Nel mio caso la vita mi è cambiata molto da quando sono diventata
mamma. Quando si è genitore si capiscono tante cose che prima non capivi.
Quindi oggi condurrei un programma con mia madre, senza nessun timore.
Hai mai lavorato per solidarietà? So che
fai parte dell’associazione Io Adotto.
E’ una associazione ONLUS
della psicoterapeuta
Anna Rita Verardo. Lei lavora molto con i bambini che hanno
subìto dei traumi. Adesso lei lavora in prima linea ad Amatrice dove c’è
stato il terremoto. Con lei c’è stato un progetto che ha coinvolto molti
personaggi dello spettacolo.
Il
tuo rapporto con la Fede?
E’
strano il mio rapporto con la fede. Va avanti fra alti e bassi.
E’ part time?
Part time è carino. Il
mio rapporto con la Fede dipende anche dai momenti. E’ brutto
invocare il Signore solo quando si ha bisogno. Quando è mancata la nonna
mi sono un po’ avvicinata alla Fede.
Questo
Papa ti ha conquistata?
Si!
All’inizio facevo le poste e andavo proprio a cercarlo, perché io abito
proprio accanto al Vaticano. Quando la domenica andava a Sant’Anna a dire la
Messa, io l’aspettavo, per vederlo dal vivo. Mi piace molto questo Papa, anche
perché ha avvicinato alla chiesa tante persone. Ha una bella maniera di
comunicare.
Parliamo
un po’ di Roma, Elisabetta.
Roma
si trova in un periodo molto delicato, Gianfranco. Vive una realtà molto
complicata.
Quanti
anni avevi quando sei venuta a Roma?
Io
sono venuta a Roma che avevo 6 anni, poi sono andata a Milano per lavoro che
avevo 25 anni. Poi sono ritornata a Roma che avevo 30 anni. Se tu mi dicessi:
“Domani mattina te ne andresti via?”, io ti direi di si. Se fossi sola e non
avessi un figlio che va al Liceo qui, io andrei via. E mi auguro che alla fine
del Liceo mio figlio vada a fare l’università all’estero, non voglio
assolutamente che rimanga qua.
Quando
sei via, cosa ti manca di Roma?
Il clima.
Pensavo
l’amatriciana.
L'amatriciana
mi piace, anche se sto a dieta da 40 anni (risata).
Ti manca solo il clima?
Se
devo essere sincera Roma mi manca pure, anche se questa città è in un periodo
particolare. E' sporca e c'è tanto traffico, ma questi sono problemi che hanno
molte città.
Quindi
con Roma hai un rapporto di amore e odio, giusto?
Si.
Non tutto è negativo, perché Roma ha due facce: una brutta e una bella, da
cartolina. Roma è fantastica, ha una luce particolare e un cielo di un azzurro
unico. Io che vivo in zona Prati, quando sono via mi mancano le passeggiate a castel Sant’Angelo. La sera è ancora più bella, perché il traffico cala e
di notte c’è via della Conciliazione che è meravigliosa, che ti porta a
piazza San Pietro dove c’è il cupolone illuminato. Per me Roma è molto bella
di notte.
Hai
sempre abitato in quella zona lì?
No!
All’inizio, quando siamo venuti a vivere a Roma, eravamo a campo de’ Fiori.
Allora, in questo rione popolare, c’era un mercato meraviglioso, pieno di
colori e di romani veraci. Ora la zona è diventata troppo turistica e ha perso
un po’ del suo fascino. Il quartiere Prati è un’ottima zona per
viverci, difatti tutti quanti vogliono venire a Prati.
I
romani come li trovi? (pregi e difetti)
I
romani sono molto simpatici. Diciamo che il romano educato ha solo pregi, mentre
il romano cafone ha solo difetti (risata).
Qual
è la tua ricetta per una Roma migliore?
Le
mie origini sono venete e quindi la mia mentalità è nordica, per cui io vorrei
che ci fosse più efficienza, che ci fossero tempi più brevi per fare delle
cose. Vorrei che ci fosse più manutenzione delle strade, le buche, la nettezza urbana, la pulizia.
Comunque una ricetta
per migliorare Roma non c’è, anche perché abbiamo dato in mano la città ad
una ragazza molto giovane. Secondo me per governare Roma ci vuole una persona
che la conosce bene, che ha molta più esperienza. Veltroni, che è stato un
sindaco che io ho adorato, disse che è difficile governare Roma, perché è
come governare la Francia.
Per
uno che vuole fare l’artista di cinema o Tv, Roma cosa rappresenta?
Per
uno che vuol fare il cinema deve stare qua, a Roma. La televisione invece è a
Milano.